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Il problema principale è il clima
Quello che abbiamo imparato – con Gaia Gaja

Gaia Gaja
“Il problema principale è che il clima si sta comportando in maniera più violenta e in maniera più estrema”. Per WineLetter ho recuperato una lunga conversazione con Gaia Gaja che avevo avuto nel 2020 a Verona e che mi pare molto interessante non solo per l’attualità delle riflessioni e degli spunti ma anche perché mostra come già molti anni fa una delle aziende di riferimento del vino italiano avesse messo a fuoco la sfida che oggi è al centro delle preoccupazioni diffuse del settore. E, se volete, mostra anche quanto l’innovazione abbia a che fare con la capacità di percepire un problema, di vederlo come tale e, quindi, di reagire.
La trascrizione della conversazione è riservata agli iscritti a WIneLetter.
Come il cambiamento climatico sta cambiando il vino. Che cosa sta succedendo nelle vigne? Che cosa si può fare? Ne parliamo con Gaia Gaja toccando temi come biodiversità, chimica, sostenibilità.
Gaia è figlia di Angelo, e rappresenta, con Rossana e Giovanni, la quinta generazione di un nome che continua ad essere un riferimento per il Barbaresco e per il vino italiano a livello internazionale. Per tutta la sua famiglia, la ricerca e le nuove pratiche in vigna sono, da tempi lontani rispetto a qualunque recente trend biodinamico-organico-naturale, al centro del modo di essere e produrre vino.
“Prima parlavamo di cantina, di legni, di macerazioni e di lieviti, oggi abbiamo spostato l’attenzione sul cambiamento climatico. Le difficoltà che da qualche anno abbiamo registrato in vigna ci hanno fatto capire, una volta di più, che il vino si fa prima di tutto in vigna.”