Una cosa di cui dobbiamo parlare

La sostenibilità difficile per le aziende italiane

Buon venerdì. Design, architettura, capitalismo, mobilità, sviluppo, turismo, città… E, ovviamente, vino.

Tutto è, o dovrebbe essere, sostenibile. Certo nel mondo del vino si parla tanto di sostenibilità e per molti ormai è un valore, una necessità, una strada da percorrere.

Ma è davvero così, per tutti?

-Stefano Labate

LE PAROLE DI WINELETTER

Sostenibile

sostenìbile agg. [der. di sostenere].

  1. a. Che si può sostenere: una tesi difficilmente sostenibile. b. Che può essere affrontato: una spesa s.; questa situazione non è più sostenibile. 

  2. estens. Compatibile con le esigenze di salvaguardia delle risorse ambientali: energia s.; sviluppo s., locuzione con la quale si indica una strategia di sviluppo tecnologico e industriale che tenga conto, nello sfruttamento delle risorse e nelle tecniche di produzione, delle condizioni e delle compatibilità ambientali.

-Treccani Vocabolario

La sostenibilità non è più una cosa positiva, ma un prerequisito. Essere sostenibile oggi non vuol dire più niente. Non ti fa vendere una bottiglia di vino in più. Però essere sospettato di non essere sostenibile è un vero problema.

Serge Lévêque (Alba, Banca d’Alba, tavola rotonda “Barolo e Barbaresco: le sfide della promozione” - 6 marzo 2024)

(IN)SOSTENIBILE?
Una cosa di cui dobbiamo parlare

Denis Pantini, Responsabile Agrifood e Wine Monitor presso Nomisma

Si promuove da più parti l'importanza della sostenibilità e dell'innovazione nel settore del vino e della viticoltura perché può portare non solo a ridurre l’impatto ambientale ma anche a risparmi economici e a una migliore organizzazione produttiva per le aziende.

Tutto bene? Non del tutto.

Denis Pantini, responsabile Wine Monitor presso Nomisma, spiega che per una parte importante del settore del vino italiano può essere più difficile raggiungere obiettivi di sostenibilità.

Una cosa di cui dobbiamo parlare riguarda il connubio tra transizione ecologica e transizione digitale.

“L'Unione Europea, nel momento in cui ha emanato il piano di azione, ha detto agli agricoltori: ‘Io chiedo uno sforzo in più, ma voglio dare anche strumenti in più, per esempio attraverso la transizione digitale’. E quindi la transizione ecologica deve andare di pari passo con la transizione digitale. Ma questo è più facile a dirsi che a farsi”.

Pantini ricorda che in alcuni contesti agricoli, come quelli del centro Nord Europa, dove le superfici medie delle aziende sono oltre i 50 ettari, è più facile applicare l'agricoltura di precisione 4.0, che può effettivamente permettere dei risparmi in termini di input tecnici e quindi aiutare la sostenibilità.

“Però per un paese come l'Italia, dove la superficie media agricola è di 7 ettari, e nel vino non arriviamo ai 4 o 5, è chiaro che questo diventa più complicato”.

Ma non è solo un problema di ettari.

“Non solo. Un dato emerso dall'ultimo censimento mostrava che le aziende più innovative, che utilizzavano di più la digitalizzazione, erano proprio quelle con le superfici medie più rilevanti, sopra i 50 ettari, ma anche quelle condotte da giovani agricoltori. Purtroppo, in Italia, quelle sopra i 50 ettari sono meno del 5% del totale e quelle condotte da agricoltori sotto i quarant'anni sono meno del 10%. Questo fa capire che effettivamente per l'Italia questo connubio tra transizione ecologica e transizione digitale non è così facile da portare avanti”.

🎙️ Denis Pantini è l’ospite del nuovo episodio di Wine Hub Podcast. Con lui abbiamo parlato di se e quanto sia davvero importante la sostenibilità nel settore. Di che cosa dice l'Unione Europea e di che cosa dicono i mercati. Di quello che tutte le aziende si devono preparare a fare.

Su Linkedin: Denis Pantini su Linkedin.

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VERO O SIMILE

Intelligenza Artificiale: “Sostenibilità in vigna, vista dall’alto”. Immagine creata con Adobe Firefly

SCRIPTA MANENT

📚 “In questa chiave, la parola autoctono perde progressivamente di significato: i vitigni sono il risultato di una intensa e antica circolazione varietale tra zone anche molto lontane tra loro, spesso senza confini geografici quindi il termine non è più riferibile a un luogo, ma un tempo, nel quale il vitigno si manifesta in modo ottimale attraverso le proprie caratteristiche produttive.

Si può estendere il significato di autoctono anche al luogo dove il vitigno dà il meglio di sé, come il Sangiovese che, pur essendo di origine meridionale, come vedremo, esprime il suo DNA nel modo migliore in Toscana e in Emilia dove è ormai considerato appunto autoctono”.

Leggi: Attilio Scienza e Serena Imazio, La stirpe del vino, Sperling e Kupfer, 2021

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